L’Odorologia Forense® è una tecnica criminalistica che permette di raccogliere le impronte olfattive lasciate sulla scena del crimine,immagazzinarle e sottoporle a perizia con l’utilizzo di cani, al fine di stabilire la presenza di una determinata persona sul luogo del delitto.

Questa comparazione fra l’odore personale lasciato dal criminale e l’odore prelevato dalla o dalle persone sospette, si basa sull’esistenza di un Volaboloma Umano, unico in ogni individuo, e sulla capacità del cane nel discriminare e differenziare l’impronta olfattiva di ciascuno, sulla base di un preciso ed efficace protocollo periziale.

Questa comparazione di tracce olfattive è eseguita da cani appositamente addestrati e gestiti da esperti conduttori.

L’Unione Sovietica fu il primo Paese a sviluppare un progetto di ricerca, nel 1964, presso la cattedra di Criminalistica della Scuola Superiore del Comitato per la Sicurezza dello Stato (KGB), al fine di creare un metodo affidabile per l’impiego, a scopo criminalistico, delle impronte di odore umano.

Vari furono gli esperti che approfondirono questi studi, fra gli altri ricordiamo Bezrukov, Vinberg, Mayorov e Todorov. Essi elaborarono una tecnica con la quale si conservava una porzione d'aria contenente molecole di odore umano, per poi compierne una comparazione olfattiva con l’ausilio di cani addestrati a questo scopo, al fine di identificare il criminale a distanza di tempo. Questa tecnica, che prese il nome di Odorologia Criminalistica”, e il risultato degli studi di questi ricercatori, è rimasto segreto sino alla fine degli anni ’60.

Il metodo incontrò anche vari oppositori, i quali sostennero l’impossibilità di verificare i risultati della comparazione odorologica con metodi strumentali (Chicanov).

Gli studi, nonostante le opposizioni interne, proseguirono grazie all’equipe di Vinberg, che si dedicò particolarmente allo sviluppo delle questioni di natura procedurale e all’analisi delle condizioni nelle quali si erano ottenuti i più importanti risultati investigativi con l'impiego dei cani.

Questo creò le basi di una concreta e importante metodologia di lavoro in campo odorologico nelle indagini e nei procedimenti penali.

Il metodo, sviluppato dai criminologi del controspionaggio sovietico, fu introdotto nella pratica dei paesi socialisti come «altre fonti di informazione probatoria» a partire dagli anni 70.

Queste ricerche non furono soltanto patrimonio dei criminalisti sovietici.

Occorre, infatti, ricordare l’apporto dei tedeschi della Repubblica

Democratica Tedesca (DDR) i quali, per primi, intuirono che la raccolta di tracce olfattive sarebbe stata molto più efficace se compiuta su di un oggetto toccato dal criminale piuttosto che su di un campione d'aria prelevato dal luogo del crimine.

Furono questi ricercatori che intuirono che la raccolta dell’impronta olfattiva andava fatta su di un panno sterile, come viene fatto attualmente nei Paesi che utilizzano questa tecnica criminalistica.

A condurre questo tipo di attività fu il famigerato «Ministero per la Sicurezza di Stato« (STASI).

Si trattava della principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della DDR, che operò sino al 1989, anno della caduta del muro di Berlino.

Tutto finì con il crollo dell’URSS e dei suoi Paesi satelliti.

Nella Repubblica di Cuba, al contrario, questa tecnica investigativa è rimasta ed è molto avanzata ed utilizzata.

Gli investigatori di questo Paese hanno conosciuto l’Odorología attraverso contatti ufficiali intrattenuti con gli specialisti sovietici, nel Simposio Internazionale di Scienze Forensi tenutosi nella RDT nel 1972.

Attualmente questa tecnica viene usata anche nella Federazione Russa, nella Repubblica di Bielorussia, in Lettonia, in Ungheria, nei Paesi Bassi, in Svezia, in Danimarca, in Polonia, in Germania, in Ucraina, in Slovenia, nella Repubblica Ceca, in Belgio, in Francia, in Spagna e in alcuni  paesi extraeuropei come l’ Argentina (ove opera un esperto di fama mondiale, il Dr. Mario Rosillo) e, recentemente, in Cina.

L’Odorologia Forense è stata oggetto di una forte critica nel 2007, durante il vertice dei leader del G8 svoltosi a Heiligendamm, in Germania. In quella occasione, infatti, la polizia prelevò dei campioni odore dei manifestanti che contestavano il vertice. Le accuse furono quelle di utilizzare i metodi di lavoro della Stasi.

Ogni individuo, in generale ogni mammifero, dai topi agli uomini, ha un’impronta odorosa propria, geneticamente determinata, unica e inconfondibile: non può essere eliminata con i saponi, mascherata con i profumi e nemmeno alterata da quello che mangia, anche se , come vedremo, questo contribuisce ed è parte dell’odore di detto individuo.

L’odore personale rimane come una firma inimitabile, paragonabile all’impronta digitale o a quella genetica.

Gli inglesi lo chiamano «odortype», che in italiano traduciamo con volaboloma” o «tipo olfattivo».

Ovviamente le diverse abitudini culturali e alimentari contribuiscono a differenziare il volaboloma.

La frequenza dei bagni, l’uso di profumi, il tipo di abbigliamento e i materiali che lo costituiscono, gli odori della casa o il tipo di cucina sono differenti nelle diverse culture.

Il corpo umano è formato approssimativamente da 100.000 miliardi di cellule, e ne perde circa 40'000 il minuto.

L’impronta odorosa si manifesta fondamentalmente attraverso le cellule epidermiche esfoliate, il sudore e il sebo (composti da acidi grassi volatili aminoacidi, sali e acqua) che fuoriescono attraverso le ghiandole.

L’odore personale si trova altresì nel sangue, nel seme, nella saliva, nell’orina, nelle feci, nei bulbi piliferi e nei capelli.

Una persona rilascia inoltre una grande varietà di altri odori.

L‘ abbigliamento intriso da diversi odori comuni assorbiti in casa e in famiglia, detergenti, profumi, alimentazione, ecc...

Essi che contengono numerose molecole volatili, chiamati VOCs (Volatile Organic Compounds - in italiano, COV, composti organici volatili).

L’essere umano, pertanto, lascia la sua firma chimica su ogni cosa che tocca, per tutto in tempo che l’oggetto toccato è capace di mantenere le molecole di odore.

 

LA PERIZIA ODOROLOGICA

L’attività peritale consta di tre fasi:

1^ fase - Rilevamento dell’impronta olfattiva

2^ fase - conservazione dell’odore

3^ fase- confronto dell’odore (volaboloma di confronto) con odori di altre persone (odorotipo di controllo).

 

PRIMA FASE:

Rilevamento del l ’ impronta olfattiva Il primo passo consiste nel RILEVAMENTO DELL’ IMPRONTA OLFATTIVA nel luogo del crimine, su ogni sito od oggetto che l’autore dello stesso possa essere stato a contatto o aver toccato.

Come materiale assorbente dell’impronta olfattiva si usano delle GARZE STERILI di cotone, di formati differenti, a seconda del luogo od oggetto dal quale deve essere estratto l’odore.

Una persona lascia sempre delle tracce del proprio odore!

Queste impronte olfattive devono essere raccolte dai luoghi o dagli oggetti che possono essere stati toccati o essere stati in contatto con il sospetto criminale (maniglie delle porte, sedie, poltrone, sedili delle auto, oggetti usati per commettere il reato, come un coltello, una pistola, un corpo contundente).

Ovviamente, la manipolazione di queste garze va fatta sulla base di una routine che prevede di evitare ogni contaminazione di odore, con l’uso di guanti in nitrile, pinze steri l i e, se possibile, abbigliamento completo usa e getta (mascherina, soprascarpe, tuta, cuffia).

Dopo l’applicazione delle garze, si procede alla loro copertura con un foglio di alluminio, lasciando le garze a contratto con l’oggetto per un certo periodo di tempo.

Alcuni protocolli prevedono di applicare le garze ad alta temperatura al fine di favorire l’assorbimento degli odori (Argentina); altri, invece, prevedono l’inumidimento della zona prima del rilevamento dell’impronta olfattiva (Cuba, Polonia).

Il tempo di contatto varia secondo i protocolli:

In Argentina: 12 ore;

In Germania: 24 ore;

-In Polonia: i protocolli si limitano a dire «non meno di 30 minuti»

Dopo l’applicazione delle garze, si procede alla loro copertura con un foglio di alluminio, lasciando le garze a contratto con l’oggetto per un certo periodo di tempo.

Fattori che aiutano a mantenere l ’ impronta olfattiva:

buona conservazione (esente da ogni tipo di contaminazione);

ambiente fresco e umido;

terreno umido;

terreno argilloso o boscoso;

locali chiusi.

 

Fattori che incidono negativamente sul mantenimento dell’impronta olfattiva:

cattiva conservazione (presenza di contaminazioni);

presenza di odori forti derivanti da combustibili, acidi, tabacco, pesticidi che influenzano l’odore dell’impronta;

pioggia caduta sul luogo ove sono state lasciate le impronte olfattive;

locali chiusi con aria condizionata;

azione del vento sul luogo ove è stata lasciata l’impronta olfattiva.

( D. Aguilar – La Habana)

 

SECONDA FASE

Conservazione dell ’ impronta olfattiva:

Le garze, a questo punto si inseriscono in barattoli a tenuta stagna e si depositano nella «BANCA DEGLI ODORI» nella quale ogni singolo campione di odore è etichettato e catalogato. (E’ possibile riporre in contenitori stagni anche altri oggetti ritrovati sullascena del crimine che sono stati toccati dal presunto criminale.)

 

TERZA FASE

Confronto degli odorotipi

L’ odorotipo della persona sospettata di aver commesso il crimine (odorotipo di confronto) dovrà essere quindi confrontato con quello di persone estranee (odorotipo di controllo) al fine di confermarne la presenza sul luogo del crimine.

I Volabolomi di Controllo devono essere il più possibile omogenei con quello di confronto, (razza, sesso, età , ecc…) .

Ad esempio, se l’individuo sospettato di essere l’autore del crimine è una persona di sesso maschile, caucasica, giovane, sana, non potrò confrontarlo con una donna di origine africana, anziana e malata.

Gli investigatori che eseguono la prova periziale di controllo non possono essere gli stessi che sono intervenuti nella raccolta del campione di odore sulla scena del crimine, per evitare contaminazioni che possano confondere il cane al momento della comparazione.